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PRP: Il plasma ricco di piastrine e il blocco della caduta dei capelli

PRP è all’apparenza solo una sigla, “fredda” e tecnica: PRP (Platelet-Rich Plasma), plasma arricchito di piastrine. In realtà si tratta di un’innovativa metodica di medicina rigenerativa, basata sulle proprietà dei “fattori di crescita” presenti nel nostro sangue. Che sia l’ambito segreto dell’eterna giovinezza?

PER CHI VUOL SAPERNE DI PIU’

Negli ultimi anni si sono sempre più sviluppati ed approfonditi gli studi sui fattori di crescita. Le nuove scoperte e la conoscenza dell’importanza e del ruolo di questi fattori ha creato un crescente interesse per un loro possibile utilizzo terapeutico. Il termine “fattore di crescita” (spesso usato nella forma inglese “growth factor” G.F.- o con il termine generico di “ormone della crescita”) si riferisce a proteine capaci di stimolare la proliferazione e la differenziazione cellulare. Il Platelet-Rich Plasma, plasma arricchito in piastrine comunemente indicato con l’acronimo P.R.P., è un prodotto di derivazione ematica studiato da numerosi anni in diverse branche della medicina, il cui razionale d’uso risiede nel fatto che le piastrine, di cui è ricco il P.R.P., rilasciano numerose sostanze che promuovono la riparazione tissutale e influenzano il comportamento di altre cellule modulando l’infiammazione e la neoformazione di vasi sanguigni (fig. 1). Le piastrine infatti giocano un ruolo fondamentale nel mediare la guarigione del tessuto danneggiato grazie alla capacità di liberare fattori di crescita, tra i quali il PDGF, il TGF ?, il VEGF, l’IGF-1, l’FGF, e l’EGF. I granuli contenuti nelle piastrine sono anche una fonte di “citochine” “chemochine” e molte altre proteine variamente coinvolte nello stimolare proliferazione e maturazione cellulare, nel modulare l’infiammazione e attivare altre cellule regolando l’omeostasi tissutale ed i processi rigenerativi.

PRP: un innesto di vitalità

In natura, il PRP è una fonte di fattori di crescita che stimolano lo sviluppo dell’osso e dei tessuti molli (cute, sottocute, tessuti miofasciali) del nostro organismo, migliorando la risposta ai danni biologici e favorendo la guarigione di ferite.

Oggi, lo specialista può ottenere il PRP ad altissima concentrazione di fattori di crescita piastrinici (pari al 383%), grazie a una tecnica codificata, che prevede la centrifugazione del sangue autologo (cioè dello stesso paziente) e quindi la separazione dei tre strati di cellule: dal più denso sul fondo o RBC (globuli rossi), a quello intermedio o PRP con il 30% di piastrine e globuli bianchi, fino all’ultimo o PPP (Platelet Poor Plasma), povero di piastrine.

Innestato nella zona da trattare, il PRP accelera la proliferazione cellulare (specie delle staminali), favorendo i processi riparativi e la rivascolarizzazione di pelle e cuoio capelluto, oltre alla sintesi di collagene. Il tutto senza effetti colaterali, trattandosi di una sostanza naturale, derivata dall’organismo del paziente.

Pelle più giovane, capelli più folti con PRP

Molte le possibili applicazioni della metodica: dalla chirurgia oculare alla traumatologia sportiva, dall’odontoiatria (per favorire la ricrescita dell’osso intorno agli impianti) alla chirurgia plastica ricostruttiva alla medicina estetica e antiaging fino alla cura dell’acne.

In particolare, il PRP può essere utilizzato per rigenerare e, dunque, ringiovanire, non solo la pelle di viso, collo, décolleté e mani, ma di addome e gambe. Una volta ottenuta la soluzione, lo specialista la inietta sottocute con microiniezioni a distanza di circa 1-2 cm l’una dall’altra.

Si ottiene subito un leggero “effetto filler” nelle zone interessate, ma i risultati più evidenti si manifestano nell’arco di un mese circa. Grazie alla stimolazione delle cellule di collagene ed elastina, la pelle appare più turgida, luminosa e compatta.

In caso di acne, segni e cicatrici si riducono visibilmente.

Stop alla calvizie

Questa tecnica appare altrettanto promettente per contrastare la caduta dei capelli, come valida alternativa alle tradizionali terapie mediche anti-caduta che prevedono il ricorso a farmaci (per esempio, la finasteride), dai molti effetti collaterali.

Il principio della PRP HT (Platelet Rich Plasma Hair Therapy) è sempre lo stesso: i fattori di crescita presenti nelle piastrine sono in grado di stimolare l’attività delle cellule staminali dei bulbi piliferi ancora presenti, ma silenti o sofferenti.

È indicata in tutti gli stadi dell’alopecia androgenetica, sia maschile (interessa l’85% degli uomini) sia femminile (colpisce il 50% delle donne in menopausa e un elevato numero di donne in età fertile), anche se è consigliabile non intervenire su un’area completamente calva, ma interessata da diradamenti e miniaturizzazione dei fusti capillari.?Inoltre, la PRP HT viene impiegata con successo nei casi di alopecia areata a chiazze e nei soggetti già sottoposti ad autotrapianto di bulbi del follicolo pilifero, per favorirne un più rapido attecchimento, stimolare la crescita di eventuali bulbi silenti, migliorando il risultato chirurgico.

La seduta e i risultati

Come già accennato a proposito della pelle, si tratta di una metodica ambulatoriale che richiede circa 30-45 minuti. Non servono particolari analisi preparatorie, ma è sempre meglio effettuare un esame del sangue, specie se si hanno problemi di coagulazione o di funzionalità epatica.

La seduta inizia con il prelievo di sangue venoso. Le provette vengono immesse in una centrifuga che, in pochi minuti, separa le componenti del sangue e permette di ottenere un liquido ricco di piastrine (PRP), fonte di fattori di crescita.

Dopo aver anestetizzato la zona da trattare, lo specialista inietta la soluzione ottenuta, per poi procedere al massaggio del cuoio capelluto che ne favorisca la distribuzione.??Non è richiesta convalescenza: il paziente può riprendere immediatamente le attività abituali.

I capelli cominciano a comparire dopo 1-2 mesi dalla prima seduta, raggiungendo il top della crescita dopo circa 6 mesi. Per potenziare ulteriormente il risultato, nei casi di diradamenti più seri, si ripete la procedura dopo 2-3 mesi. In genere, poi, basta un “richiamo” una volta l’anno.

Per informazioni dettagliate il referente é il Dott.Alessandro Rosa

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